casa
Casa singola in centro Petritoli su due piani https://www.subito.it/appartamenti/casa-singola-in-centro-petritoli-su-due-piani-fermo-488467757.htm?utm_medium=referral&utm_source=subito&utm_campaign=free-engagement-ad_detail

Un paese, le case allineate e come accroccate in uno stretto giro di mura, che sembrano abbracciarsi e stringersi tra loro non solo per le ragioni delle antiche difese che suggerirono quella conformazione urbanistica, ma come per fraternità affettuosa.
E se il suono, anzi la voce o un richiamo, risuona tra quel gruppo di case antiche, arroccate che guardano insieme verso il mare e le colline, perché non possiamo desiderare che non sempre si pensi al profitto, all’invidia, al prevalere, all’interesse tra persone ben più vive di quelle case?
Ormai è entrata nel comune lessico (o dovremmo dire citazionismo) la straordinaria e emozionante riflessione di Cesare Pavese, da “La luna e i falò” e che esprime insieme amore e disincanto: “«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti».
Se un borgo suscita queste riflessioni ed emozioni non dovremmo, anche noi, sentire che in quel il gusto di andarsene via c’è insieme la voglia di tornare, quella struggente ansia di essere atteso anche quando nemmeno i tuoi cari possono risponderti, ma riposano sereni proprio poche case più in là?
Eppure è vero che tra quelle mura e quei vicoli, come nelle colline che si distendono fino all’Adriatico
Là “c’è qualcosa di tuo” . Ed è proprio in quel borgo in “questo giorno ch’omai cede alla sera“.
Noi tutti, come quelle case, siamo fatti per capirci e parlarci, ed è solo l’ignoranza non certo quella delle cose e dei saperi, l’ignoranza dei sentimenti, quel non sapersi lasciare andare oltre la materia, di cui ahimè siamo in parte fatti, che ci rende diffidenti.
Invece quelle case là, né belle né brutte, ma così vere e resistenti, umane, strette strette nella soave sera che scende per tutti, sono là a ricordare e suggerire: non siamo fatti per l’istinto materiale, ma per capirci e comunicare lasciando che il flusso dei sentimenti buoni ci attraversi ed esprima un comune messaggio e che per ascoltarlo valga la pena di attraversare anche i monti e le colline o perfino il mare.
#Petritoli via Osteria : e dalla finestra un velo
M’affaccio e vedo un velo di nebbia. Siamo in inverno.
Come un pulviscolo leggero attenua le forme, disegna le luci dei lampioni ancora accesi, nasconde il cielo.
I bastioni delle mura castellane si delineano imponenti sulle piccole case dove la quotidianità è nel suo naturale risveglio.
I rumori della vita impercettibili, quieti.
Se gli uomini assomigliassero a quello che i secoli hanno costruito?
Sogni, solo sogni che la nebbia suggerisce, che le mura raccontano, che il tempo rappresenta.
Casa nostra, le nostre finestre si affacciano sbadigliando al mattino, è nel suo ruolo storico, non sospinta verso il futuro, ma testimone che custodisce memoria della storia di un borgo che resite e si sveglia alla vita. Se e quando cederemo questa casa non ne perderemo la storia né la memoria sarà cancellata.
Di ricordi e di immagini

ma ingentilita da panchine scabre,
fioriva di lillà gli archi di ferro
e viola diventava in primavera.
Il vento scapigliava quei bei fiori
e li piegava in danze ottocentesche:
inchini e sventagliate intiepidite
da un vento che scherzava coi colori.
Nulla ritorna e nulla vuol finire
nelle mie mani poco stringo adesso
ma punge ancora ruvido quel gesso
e quel cemento. E il vento e i fiori
miti raccontano il tempo ai miei ricordo.
MSP
(come una cartolina demodé)
28. Casa nel borgo, e nei sentimenti

La casa scelta e poi acquistata, e che adesso è perfettamente ristrutturata, ci ha riservato sorprese, non prevedibili, non immaginabili o semplicemente non evidenti ai sopralluoghi. Può accadere. L’imprevisto è un pepe della vita. Nulla, tuttavia, può fermare chi ha carattere ed intraprenda, con passione e convinzione, un’impresa, piccola o grande, privata o non. E noi, noi famiglia, siamo proprio così. Del resto quando visiti un possibile acquisto mica ti puoi mettere a svellere le mattonelle. Non possediamo la vista fotonica di Mazinga e nemmeno, come Superman, quella ai raggi X e quindi in grado di attraversare la materia solida dunque non potevamo vedere che, mentre i muri erano solidissimi, il tetto, come gli infissi, in ordine e bisognosi solo di ordinaria manutenzione, esistevano invece antichi problemi nelle condutture d’acqua (definirle arrugginite è un eufemismo) che attraversavano il pavimento della cucina. La casa era sul punto di galleggiare.
Siamo persone determinate, appassionate, un po’ folli ma anche con tante risorse di spirito, di iniziativa, con serie competenze professionali ingegneristiche; aggiungo, senza ipocrita modestia, umanamente intelligenti: appartenenti alla specie dei faber.
E così prima di acquistare avevamo sì visto e valutato, ma abbiamo anche agito come persone che non cercano l’affaruccio, ma un luogo dei sentimenti e dei bei ricordi legati al periodo più bello forse, ma certamente più spensierato della nostra vita. E già mi immaginavo a ritrovare il suono delle campane, i rintocchi dell’orologio che batteva le ore, le voci di un dialetto sincopato e con cadenze antiche, le luci della notte, i voli radenti delle rondini, i colori delle feste con i costumi, le sagre e le fiere: insomma un intreccio tra memorie e stampe del cuore. (https://petritoli.blogspot.com/2012/01/petritoli-un-paese-in-collina.html).
L’imprevisto s’è tuttavia presto palesato riportandoci al ruvido presente. Ruvido come il cemento e i malumori di rapporti difficili.
Succede? E in particolar modo succede, o meglio ti piomba addosso: quando tutto cambia, nulla è più come prima. Quando gli ideali sono, come dire, unilaterali.
All’opera dunque: e le tubazioni furono rifatte: interne, esterne, dentro e fuori alla casa. Tutte. Per l’esterno ringrazieremo sempre il pronto intervento del Consorzio Idrico del Piceno.
Abbiamo risolto, raddoppiando e triplicando generosamente le spese previste; abbiamo verificato, ristrutturato dalle fondamenta al tetto, tutto è stato messo a posto.
Abbiamo dato nuova vita agli ambienti ma soprattutto abbiamo avuto la gioia di avere recuperato, ristrutturato e riportato a genuina e naturale realtà un’antica casa dell’800 che altrimenti sarebbe inesorabilmente scivolata verso il degrado che tanti edifici, nei borghi antichi, conoscono.
Quella nostra casa, adesso, ha un carattere che si impone e fa rivivere una storia suggestiva suggerita, oltre che dagli spessi muri, dai locali ben distribuiti anche da una fondamentale e solida struttura nonché dall’esser situata in #Largo_Osteria: un nome , una storia, una vita sociale facile da evocare.
Ogni volta che varco la sua soglia, alla soddisfazione per il lavoro fatto si sovrappone un ritorno al passato; mi pare di vedere i grezzi tavolini di legno, le panche con gli avventori, l’oste che si ferma a scambiare due chiacchiere mentre versa il vino nei boccali: ed è subito Osteria.
Dunque sì, sorprese, non prevedibili, non immaginabili o semplicemente non dichiarate, ma a lavori terminati abbiamo avuto anche piena soddisfazione di aver fatto una cosa (una casa?) decisamente bella dentro e fuori.
Anche se nulla sembra essere più come prima, possiamo costatare che tutto ciò di cui ci si prende cura rivive a vita più luminosa di prima.
Non ho avuto la fortuna di nascere in un luogo a cui rimanere legata dai ricordi d’infanzia, da persone care, da atmosfere e suoni e profumi familiari.
Invece mio marito un luogo del cuore lo aveva e lo ha: e lo abbiamo condiviso da subito, come condividiamo la nostra vita. In quelle strade ritrova ancora passi, rintocchi, voci, volti, persone che non si possono cancellare.
Quel luogo è un borgo medievale circondato da colline che le stagioni dipingono, il suo nome è #Petritoli.
Ed è stata solo questa la ragione per cui, dopo aver rinunciato ad altro abbiamo, forse senza pensarci abbastanza e senza far troppi conti, preso una casa nel borgo in cui è nato.
Sono storie che i furbi non capiscono. Ma a che serve essere furbi?
Se attualmente la casa è in vendita è solo per un ulteriore svolta della nostra vita.
Ma una vita senza cambiamenti non l’abbiamo avuta mai. Invece le opere ben fatte rimangono belle e sane e sono simbolo che il passato e il futuro si possono coniugare.
27. Casa nelle Marche tra il mare e l’Appennino
Le #Marche, in Italia, i Monti Sibillini visti da #Petritoli (Fermo)
Ci sono tante parole per descrivere la bellezza nitida e luminosa di queste immagini
La caratteristica della Regione Marche è la sorpresa che ci coglie ogni volta che ci affacciamo su questi paesaggi.
Con uno stesso sguardo si può cogliere un cammino da percorrere dalle campagne e colline, ai piccoli borghi e paesi fino alle case circondate da campi e vigne coltivate con cura. E poi c’è, sullo sfondo, il maestoso Appennino, cantato da poeti antichi e moderni come una nostra comune madre.
Qui la catena dei Monti #Sibillini che percorre, con il suo antico mito della Sibilla, i confini tra Umbria, Marche e Abruzzo.
E dentro ai suggestivi borghi storici il tempo si è davvero fermato: senza nulla togliere al presente possiamo lasciarci prendere dalla magia delle antiche pietre del passato, dai suoi solidi muri, dal nido delle case.
25. vicino al mare #Adriatico
Le colline delle Marche scendono verso il mare accompagnando il corso dei fiumi.
Il lungomare di queste terre è tutto un susseguirsi di paesi, piccole e grandi città. Luoghi piacevoli e non troppo affollati, molto accoglienti.
Una di queste località si chiama CUPRAMARITTIMA che si trova tra San Benedetto del Tronto e Pedaso.

Il video che propongo qui rappresenta proprio alcune immagini del mare di questa cittadina nel luce del sole invernale.
Ad esempio, appunto, #CUPRAMARITTIMA.

27. Un paese e noi
Possiamo anche non parlare dei nostri paesi.









